Fare volontariato sulle ambulanze: informazioni utili da sapere
Tutte le informazioni che vorresti sapere per fare volontariato sulle ambulanze: dai benefici di aiutare gli altri ai consigli pratici per chi desidera iscriversi a un’associazione. In questo articolo rispondiamo a moltissime domande e vediamo insieme che cosa significa fare volontariato sulle ambulanze e mettere il proprio tempo, energie e competenze a disposizione di altre persone.
Era il 1977 quando la Misericordia di Firenze, insieme alle Pubbliche Assistenze e alla Croce Rossa, uscì su strada com le prime ambulanze dotate di medico a bordo. Una vera svolta in campo sanitario: all’epoca il 118 neppure esisteva. Proprio lo stesso anno, le ambulanze furono anche allestite per specifiche emergenze, come quelle cardiache.
Vediamo che cosa significa oggi fare volontariato sulle ambulanze con tante informazioni utili da sapere per chi desidera approfondire questo tema e iniziare questo bellissimo percorso.
Che cosa significa fare volontariato?
Prima di rispondere alle domande pratiche, capiamo che cosa significa essere un volontario.
Il volontario mette a disposizione il proprio tempo, le proprie energie e competenze a servizio degli altri, senza alcuna costrizione e senza desiderare niente in cambio.
Fare il volontario, non solo sulle ambulanze ma in qualsiasi attività sociale, comporta immancabilmente lavorare per e con le persone, portando benefici alla propria comunità. Fare il volontario significa migliorare le condizioni delle persone in difficoltà, chiunque esse siano.
Quali sono i benefici del volontariato?
Nonostante si parli di aiutare altre persone, fare volontariato porta al nostro corpo e alla nostra mente tantissimi benefici.
Vediamoli insieme:
- Insegna a dire grazie.
Uno dei regali più belli che può fare il volontariato è far sì che ciascuno di noi si renda conto di quanto è fortunato, rispetto ad altre persone più in difficoltà. Ci insegna ad apprezzare ed essere grati di ciò che abbiamo e a capire ciò che conta davvero.
Da questa consapevolezza nasce inevitabilmente un modo di vivere più autentico, semplice e rilassato.
2) Sviluppa le nostre competenze
Entrare in contatto con una realtà diversa dalla quale stiamo abituati mette alla prova noi stessi e ciò che sappiamo fare. Mettere in pratica, anche sotto pressione, gli elementi acquisiti durante i corsi di formazione obbligatori, sviluppa fiducia in noi stessi. Questo significa che in futuro e in altri ambiti, come quello professionale, riusciremo a mettere in pratica e utilizzare nuovamente le competenze acquisite durante la nostra esperienza di volontariato.
3) Aiuta a trovare nuovi amici
Non c’è un modo più facile per fare nuove conoscenze che lavorare in un’associazione di volontariato! Sarà davvero semplice entrare in contatto con persone valide e generose pronte a condividere momenti speciali e esperienze fuori dal comune.
4) Riempie e migliora la vita
Il volontariato rompe la routine riempiendola di esperienze formative diverse dal solito e mettendo in moto un bellissimo circolo di idee e attività interessanti.
Il volontariato ci fa conoscere realtà completamente diverse da quelle cui siamo abituati, ci mette costantemente alla prova, minando anche le nostre certezze.
Fare volontariato è un arricchimento enorme che ci porteremo dietro per tutta la vita.
Fare volontariato fa bene alla salute: lo dice la scienza!
Aiutare gli altri è un elisir di lunga vita. A dirlo è proprio la scienza.
In particolare Richard Davidson, neuro-scienziato dell’università del Wisconsin, che da anni studia gli effetti sul cervello di compassione e gentilezza, applicate sia con azioni verso noi stessi sia verso gli altri.
I risultati degli studi di Davidson hanno portato alla conclusione che quando facciamo qualcosa di benefico per noi stessi, le emozioni positive che proviamo hanno una breve durata, mentre quando lo facciamo per altri proviamo emozioni positive molto più durature.
I benefici del volontariato sulla mente si ripercuotono in tutto l’organismo con effetti benefici sulla pressione, sul cuore e sulla capacità di difesa del nostro sistema immunitario.
Alcuni studiosi dell’Università di Exter in Gran Bretagna hanno condotto uno studio mettendo a confronto 40 ricerche sul volontariato. La ricerca ha portato alla conclusione che chi svolge attività di volontariato è più felice, apprezzando molto di più la propria vita rispetto a chi non pratica nessuna attività sociale.
Chi aiuta gli altri, inoltre, è meno soggetto ad ansia e depressione, merito della sensazione di sentirsi utili e gettare le basi per un futuro migliore.
Che cosa vuol dire fare il volontario sulle ambulanze?
Fare il volontario sulle ambulanze significa prestare servizio a bordo di mezzo di soccorsi in qualità di soccorritore, capo servizio o autista.
In Italia il sistema di soccorso e allarme sanitario di emergenza risponde al numero di telefono 118. Questo sistema è gestito sia da personale tecnico soccorritore formato, sia da personale sanitario (dunque medici e infermieri).
Se ritenuto necessario, l’equipe sanitaria può intervenire in aiuto all’equipe dei soccorritori.
Quali sono i ruoli di chi svolge volontariato sulle ambulanze?
In Italia non esistono differenti “livelli” professionali caratterizzati da una diversa formazione.
Spesso vi è un unico livello formativo per tutti i soccorritori di emergenza.
Nonostante questo, all’interno di un equipe di soccorso, vi sono ruoli differenti con qualifiche diverse.
Questi ruoli vengono definiti per anzianità associativa e di servizio, oppure dopo il superamento di corsi di formazione specifici organizzati dalla propria associazione o da enti esterni.
Vediamo insieme quali sono i ruoli di chi svolge volontariato sulle ambulanze:
- Soccorritore: è una figura tecnica non sanitaria che non può effettuare manovre invasive né somministrare farmaci di alcun tipo, eccetto l’ossigeno. Ha la conoscenza del Basic Life Support (Rianimazione Cardio-polmonare) e può utilizzare (solo nel caso sia specificamente abilitato) il defibrillatore semiautomatico esterno. Il percorso formativo per aspiranti soccorritori varia da regione a regione e a seconda dell’associazione cui si è iscritti. In ogni caso, per diventare soccorritore è necessario frequentare un corso di formazione e superare un esame con prove sia teoriche che pratiche.
- Capo Equipaggio o Caposquadra: è il responsabile dello svolgimento del servizio di soccorso, della sicurezza del paziente e dei colleghi. Il capo equipaggio dirige i colleghi e ordina gli interventi da svolgere. Ha il compito di valutare le condizioni del paziente secondo lo schema ABCDE e i vari protocolli locali. Si occupa, inoltre, delle comunicazioni con la Centrale Operativa del 118, con l’autista o con l’equipe sanitaria se presente sul luogo. Nel caso di interventi congiunti con altri mezzi e squadre, come Vigili del Fuoco, Automatica o Polizia, il Capo Equipaggio si occupa di interfacciarsi con i relativi Capi Equipaggio e con il Medico. A livello nazionale non esiste un percorso standard per aspiranti Capi Squadra. Anche in questo caso la formazione del volontario è decisa da enti regionali, locali e alle singole associazioni.
- Autista: È colui che si occupa della guida dell’ambulanza e del posizionamento in sicurezza del mezzo di soccorso. È responsabile del paziente e dell’equipaggio durante il trasporto. Per legge la figura dell’autista non ha bisogno di una qualifica specifica né di superare un esame. L’articolo 117 del Codice della Strada prevede come requisiti unicamente il possesso di patente di tipo B e l’età minima di 21 anni. Anche in questo caso, però, la normativa varia a seconda dell’associazione cui si fa parte e della regione. Per esempio, per diventare autista in CRI è necessaria una patente speciale della Croce Rossa detta ministeriale. In alcune regioni e in alcune associazioni, l’aspirante autista deve essere soccorritore da almeno un anno, e aver superato un corso di approfondimento obbligatorio e aver guidato in servizio, con la sorveglianza di un tutor, per un massimo 12 mesi. Entro questo periodo il referente degli autisti organizza l’esame finale.
A livello nazionale è previsto che l’equipaggio di emergenza minimo sia formato da due soccorritori: ovvero un autista-soccorritore e il caposquadra. Anche in questo caso però ulteriori normative sono definite a livello regionale, le quali dispongono diverse formazioni di equipe.
Può capitare, ad esempio, che a bordo siano necessari almeno tre elementi, spesso integrati da un quarto elemento, solitamente un allievo.
L’allievo soccorritore è colui che sta frequentando l’iter formativo e in qualità di tirocinante deve iniziare ad uscire in ambulanza sui servizi del 118.
In questa fase l’allievo avrà unicamente i compito di osservare i colleghi.
Dove è possibile fare volontariato sulle ambulanze?
Chi desidera fare volontariato sulle ambulanze può scegliere tra tre grandi associazioni in Italia:
- Croce Rossa Italiana: è un’organizzazione di volontariato riconosciuta a livello internazionale che ha come scopo primario quello di assistere qualsiasi persona in difficoltà a livello sia sanitario che sociale, sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. La mission principale della CRI è quella di prevenire e alleviare la sofferenza in maniera imparziale, senza distinzione di nazionalità, razza, sesso, credo religioso, lingua, classe sociale o opinione politica, contribuendo al mantenimento e alla promozione della dignità umana e di una cultura della non violenza e della pace.
- Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia: La Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia è una delle più grandi entità federative di volontariato in Italia. È un ente morale con sede a Firenze e riunisce oltre 700 Misericordie diffuse in tutta Italia, ad eccezione della Valle d’Aosta. La Misericordia d’Italia differisce dalle altre Associazioni perché i suoi volontari sono cristiani e come tali si configurano per ispirazione e fedeltà delle proprie tradizioni.
- Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze: meglio conosciuta come ANPAS, è la più grande associazione nazionale di volontariato laico nell’ambito di soccorso e servizi socio-sanitari. Presente in tutta Italia, l’ANPAS opera attraverso 880 pubbliche assistenze e 282 sezioni. Sono associazioni di volontariato nate a partire dal 1860 che oggi si riconoscono nella Legge Quadro del Volontariato e che liberamente decidono di aderire al movimento ANPAS.
Per approfondire il tema vi consigliamo di leggere il nostro articolo “Dove fare volontariato sulle ambulanze: associazioni in Toscana”
Qual è il percorso formativo per fare volontariato sulle ambulanze?
Come già anticipato, la disciplina, la gestione e la formazione del personale che svolge il servizio del 118 sono gestiti in autonomia dalle singole Regioni Italiane, che devono tuttavia seguire degli standard minimi imposti dallo Stato.
Questo significa che spesso vi sono lievi differenze nella formazione del personale da Regione a Regione e tra singole associazioni. Non esiste dunque uno standard unico nazionale o regionale.
Nella maggior parte delle Regioni, il servizio di soccorso di emergenza del 118 viene prestato da associazioni di volontariato spesso consociate a livello nazionale in Enti, come la Croce Rossa Italiana, ANPAS, FAPS, FVS, di stampo laico o la Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia di stampo cattolico.
Questo comporta che l’abilitazione a svolgere il ruolo di volontario soccorritore è valida unicamente all’interno della regione o provincia dove si è conseguita la stessa.
Nel caso in cui il soccorritore voglia prestare servizio presso un’altra regione dovrà ripetere nuovamente l’iter formativo.
Tenendo conto che la formazione, la durata dei corsi e l’iter formativo pratico varia da regione a regione e da associazione ad associazione, a grandi linee possiamo comunque affermare che l’aspirante soccorritore dovrà seguire i seguenti passaggi durante il suo iter di formazione:
- Incontro propedeutico di presentazione del corso;
- Corso teorico con esercitazioni pratiche;
- Corso pratico con tutor a bordo delle ambulanze/mezzi di soccorso;
- Superamento di un esame al termine del corso teorico/pratico.
Se il superamento dell’esame è positivo, il soccorritore avrà accesso ad altri corsi di approfondimento.
Quali sono i turni di un volontario sulle ambulanze?
Anche per quanto riguarda i turni di volontariato, ciascuna associazione e ciascuna sede offrono la possibilità di fare turni di diversa durata.
Genericamente il volontario comunica in anticipo i giorni e gli orari in cui è disponibile: in questo modo viene assicurata una rotazione continua tra i volontari.
La frequenza con cui svolgere volontariato sulle ambulanze, anche in questo caso, varia a seconda delle associazioni di appartenenza; ma possiamo affermare che è solitamente a discrezione del singolo volontario.
Per approfondire il tema vi consigliamo di leggere i nostri articoli “Dove fare volontariato sulle ambulanze: associazioni in Toscana” e “Corso di formazione per diventare volontario della Croce Rossa”.
Qual è la differenza tra fare volontariato su un’ambulanza di tipo MSA, MSB e MSI?
Il Mezzo di Soccorso di Base, definito MSB, è solitamente una Ambulanza di proprietà di un’associazione di volontariato e/o cooperativa sociale, equipaggiata con soli presidi sanitari definiti di “base”.
Il suo equipaggio è formato da un numero variabile da 2 a 4 soccorritori in base ai vari protocolli Regionali o locali.
Il Mezzo di Soccorso Avanzato, MSA, è un’ambulanza o un’auto-medica che prevede a bordo un medico con specializzazione in anestesia e rianimazione, 1/2 soccorritori e un’infermiere.
A bordo di questo tipo di mezzo di soccorso è dunque possibile effettuare qualsiasi manovra di tipo “avanzato”, secondo il protocollo ACLS.
Infine, il Mezzo di Soccorso Infermieristico, MSI, è un’ambulanza che prevede la presenza di almeno un infermiere insieme a 1/2 soccorritori (di cui uno autista); si caratterizza per avere a bordo presidi di competenza infermieristica.
È pericoloso fare volontariato sulle ambulanze?
- La legge 266/91 (Legge Quadro sul Volontariato) prevede che ogni iscritto abbia una copertura assicurativa a tutela tanto degli iscritti quanto delle terze persone. Alcune Associazioni, come la Misericordia di Milano, garantisce ai propri Iscritti un’ulteriore copertura assicurativa a tutela dei danni eventualmente subiti.
- Ciascun volontario riceve gratuitamente una divisa da utilizzare in servizio, rispondente ai requisiti antinfortunistici EN/473, ovvero una maglietta, una casacca, un paio di pantaloni e scarpe anti-infortunistiche.
Quanto costa fare volontariato sulle ambulanze?
Anche in questo caso, lo Statuto che determina un eventuale costo differisce da Associazione ad Associazione.
Il corso di formazione della Croce Rossa Italiana è gratuito. Il contributo richiesto è di €20, di cui €10 di quota di iscrizione a Croce Rossa Italiana e €10 per spese di segreteria da pagare direttamente in loco.
Il corso di formazione presso l’Anpas è gratuito. Prevede un Tesseramento, sempre gratuito, conforme al Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 sulle Norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
La Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia prevede un tesseramento gratuito e il pagamento dell’assicurazione per un costo massimo di 10 euro all’anno.
Per maggiori informazioni vi consigliamo di contattare direttamente l’associazione dove desiderate fare volontariato sulle ambulanze.
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