Dove fare volontariato sulle ambulanze: associazioni in Toscana.
Vi siete avvicinati al mondo del volontariato e vi chiedete quali siano le associazioni dove fare volontariato sulle ambulanze in Toscana?
In questo articolo vediamo insieme le caratteristiche, la storia, gli obiettivi, i principi e i corsi di formazione delle associazioni in Toscana dove fare volontariato sulle ambulanze.
Prima di cominciare è bene sapere che a livello nazionale non esistono standard che definiscono i protocolli e gli statuti per diventare volontario sulle ambulanze. Questo significa che ciascuna Associazione sia a livello regionale sia a livello provinciale può stabilire i punti fondamentali dell’iter da seguire per diventare un volontario sulle ambulanze: dalle caratteristiche del corso di formazione, ai requisiti per accedervi, dall’eventuale costo del tesseramento alla durata dei turni di volontariato.
Per approfondire questo tema, vi consigliamo di leggere anche il nostro articolo “Fare volontariato sulle ambulanze: informazioni utili da sapere”.
Quali sono le Associazioni in Toscana dove fare volontariato sulle ambulanze?
Le Associazioni dove far volontariato sulle ambulanze sono tre: La Croce Rossa Italiana, la Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia e l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, meglio conosciuta come ANPAS.
Ciascuna di queste associazioni si suddividono poi a livello regionale e provinciale.
Scopriamo adesso le caratteristiche di ciascuna di queste tre importanti associazioni di volontariato.
1) La Croce Rossa Italiana
Nasce nel XIX secolo ed è riconosciuta dal 2012 come Società volontaria di soccorso ed assistenza. La Croce Rossa è un’organizzazione di volontariato riconosciuta a livello internazionale che ha come scopo primario quello di assistere qualsiasi persona in difficoltà a livello sia sanitario che sociale, sia in tempo di pace che in tempo di conflitto.
Fu fondata dal medico milanese Cesare Castiglione e il primo Comitato Italiano fu quello di Milano nato il 15 giugno 1864.
Nelle sue azioni a livello internazionale si coordina con il Comitato Internazionale della Croce Rossa, nei Paesi in conflitto, e con la Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa per gli altri interventi.
La mission principale della CRI è quella di prevenire e alleviare la sofferenza in maniera imparziale, senza distinzione di nazionalità, razza, sesso, credo religioso, lingua, classe sociale o opinione politica, contribuendo al mantenimento e alla promozione della dignità umana e di una cultura della non violenza e della pace.
La storia della Croce Rossa Italiana
Durante la II° Guerra di Indipendenza Italiana, nel 1959, si consumò a San Martino e Solferino una delle battaglie più sanguinose del secolo. Oltre trecentomila soldati si scontrarono, generando in poco tempo la necessità di un tempestivo soccorso sanitario. Nelle vicinanze, solo il piccolo paese di Castiglione delle Stiviere, già all’epoca dotato di un ospedale.
Proprio qui che venne improvvisato il soccorso sanitario di oltre novemila feriti.
A trovarsi coinvolto nel conflitto fu il giovane svizzero Jean Henry Dunant, il quale descrisse l’emergenza sanitaria di quei giorni nel suo testo “Un Souvenir de Solferino”, tradotto in più di 20 lingue. Dopo quell’orribile spettacolo, H.Dunant ebbe l’idea di creare una squadra di volontari specificamente preparati in campo sanitario, la cui opera potesse aiutare e supportare la sanità militare dell’epoca. La squadra portava il nome di Croce Rossa.
Dopo il Convegno di Ginevra dell’ottobre del 1863 nacquero ufficialmente le società nazionali di Croce Rossa. La quinta a formarsi fu quella italiana. Nel 1964, sempre a Ginevra, fu sancita la neutralità delle strutture e del personale sanitario dell’organizzazione.
L’organizzazione della Croce Rossa Italiana
La Croce Rossa Italiana si articola nei seguenti organi territoriali:
• Organizzazione locale che agisce sul territorio, articolata in Comitati con autonoma personalità giuridica;
• Organizzazione regionale articolata in Comitati Regionali e delle Province Autonome di Trento e Bolzano che coordina e controlla, mediante specifiche attribuzioni, l’attività dei Comitati che operano nella regione, nel rispetto dell’autonomia di ciascun Comitato;
• Organizzazione nazionale che stabilisce la strategia dell’Associazione ed approva le normative generali, denominata Comitato Nazionale.
La Croce Rossa italiana si compone di una rete capillare di unità territoriali molto forte con l’obiettivo di operare in modo trasparente nei confronti dei suoi beneficiari e fornire servizi affidabili.
I servizi sono concepiti all’interno di un piano strategico basato sull’analisi dei bisogni e delle vulnerabilità della comunità alla quale rivolge il suo operato, e tenendo in considerazione le capacità e le risorse che possono essere ottenute in maniera sostenibile.
Ruolo fondamentale e necessario della CRI lo svolgono naturalmente i volontari che con la loro azione quotidiana decidono di far parte delle singole unità territoriali.
I volontari che aderiscono al Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e ai Principi Fondamentali e Valori Umanitari conoscono e condividono gli indirizzi e gli obiettivi strategici della propria Società Nazionale e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
Vediamo insieme quali sono gli obiettivi generali, i principi e i valori sulla base dei quali opera la Croce Rossa Italiana.
L’obiettivo primario della Croce Rossa Italiana
Come già anticipato, l’obiettivo primario della Croce Rossa Italiana è quello di prevenire ed alleviare la sofferenza in maniera imparziale, senza distinzione di nazionalità, razza, sesso, credo religioso, lingua, classe sociale o opinione politica, contribuendo al mantenimento e alla promozione della dignità umana e di una cultura della non violenza e della pace.
I Sette Principi Fondamentali della Croce Rossa Italiana
I Sette Principi Fondamentali della Croce Rossa Italiana sono stati stabiliti nel 1965, in occasione della ventesima Conferenza Internazionale della Croce Rossa, svoltasi a Vienna. I Principi Fondamentali hanno il ruolo di garantire e guidare le azioni dei volontari del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (e quindi anche della Croce Rossa Italiana, come dispone l’art. 1 dello Statuto).
L’attività svolta dalla Croce Rossa italiana rispetta e viene guidata costantemente da questi principi.
I Sette Principi Fondamentali sono:
•Umanità: «Nata dall’intento di portare soccorso senza discriminazioni ai feriti sui campi di battaglia, la Croce rossa, in campo internazionale e nazionale, si adopera per prevenire e lenire in ogni circostanza le sofferenze degli uomini, per far rispettare la persona umana e proteggerne la vita e la salute; favorisce la comprensione reciproca, l’amicizia, la cooperazione e la pace duratura fra tutti i popoli».
• Imparzialità: «La Croce Rossa non fa alcuna distinzione di nazionalità, di razza, di religione, di condizione sociale e appartenenza politica. Si adopera solamente per soccorrere gli individui secondo le loro sofferenze dando la precedenza agli interventi più urgenti».
• Neutralità: «Al fine di conservare la fiducia di tutti, si astiene dal prendere parte alle ostilità e, in ogni tempo, alle controversie di ordine politico, razziale, religioso e filosofico».
• Indipendenza: «Il Movimento è indipendente. Le Società nazionali, pur se ausiliarie nelle loro attività umanitarie ai loro Governi e sottomesse alle leggi che reggono i loro rispettivi paesi, devono sempre conservare la loro autonomia, in modo da poter agire in ogni momento secondo i principi del Movimento».
• Volontarietà: «La Croce Rossa è un’istituzione di soccorso volontaria e disinteressata».
• Unità:«In uno stesso Paese può esistere una ed una sola Società di Croce Rossa. Deve essere aperta a tutti ed estendere la sua azione umanitaria a tutto il territorio».
• Universalità: «La Croce Rossa è un’istituzione universale in seno alla quale tutte le società hanno uguali diritti ed il dovere di aiutarsi reciprocamente».
Le attività e gli obiettivi della Croce Rossa Italiana
I volontari della Croce Rossa operano non solo prestando soccorso sulle ambulanze, ma anche negli ospedali, nelle case riposo, nei centri di accoglienza per migranti, nei centri sportivi, nelle scuole e in situazioni di emergenza.
Lo Statuto della CRI stabilisce sei macro obiettivi e attività definite per raggiungerli.
1) Tutela e protezione della salute e della vita
La CRI pianifica e implementa le attività e i progetti di tutela e promozione della salute, nonché di assistenza sanitaria, volti alla prevenzione e alla riduzione della vulnerabilità individuale e della comunità, incoraggiando l’adozione di misure sociali e comportamentali che determinino un buono stato di salute.
Questo, in campo sanitario, si traduce in attività come la diffusione del Primo Soccorso, la promozione della donazione volontaria del sangue, degli organi e dei tessuti, il servizio di ambulanza, l’educazione alla salute e alla promozione di stili di vita sani, la formazione sanitaria in tema di sicurezza sul lavoro e così via.
2) Supporto e inclusione sociale
Attraverso interventi volti a promuovere lo sviluppo dell’individuo, inteso come la possibilità per ciascuno di raggiungere il massimo delle proprie potenzialità, la C.R.I. contribuisce alla costruzione di comunità più forti ed inclusive, svolgendo le proprie attività nel rispetto degli standard minimi di qualità e in conformità ai Principi Fondamentali.
Questo si traduce in attività di supporto sociale volte a favorire l’accesso della persona alle risorse della comunità, attività rivolte a persone diversamente abili, o con dipendenza, o migranti, attività volte a favorire l’inclusione sociale di persone marginalizzate così come a persone ospedalizzate o in case di riposo.
3) Preparazione delle comunità a emergenze e disastri
La CRI si adopera per garantire un’efficace e tempestiva risposta alle emergenze nazionali ed internazionali, attraverso la formazione delle comunità e lo sviluppo di un meccanismo di risposta ai disastri, altrettanto efficace e tempestivo. Questo si traduce in moltissime attività di prevenzione e preparazione delle comunità ai disastri e attività di risposta alle emergenze nazionali e internazionali.
4) Disseminazione del Diritto Internazionale Umanitario, dei Principi Fondamentali, dei Valori Umanitari e della Cooperazione Internazionale
In questo caso la CRI condivide con gli altri membri del Movimento Internazionale il mandato istituzionale della disseminazione del Diritto Internazionale Umanitario, dei Principi Fondamentali e dei Valori Umanitari. La CRI, infatti, gode del vantaggio comparativo di poter lavorare in rete con le altre Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, e con gli altri membri del Movimento Internazionale, al fine di migliorare l’intervento in favore dei vulnerabili.
5) Attività e interventi volti a promuovere lo sviluppo dei giovani
La Croce Rossa Italiana ha anche l’obiettivo di sviluppare la capacità dei giovani affinché possano agire come agenti del cambiamento all’interno della comunità. Questo si traduce in educazione alla salute e promozione di stile di vita sani, nella promozione della donazione volontaria del sangue, degli organi e dei tessuti, in educazione alla sessualità e alla prevenzione delle patologie a trasmissione sessuale, in educazione alla sicurezza stradale e molto altro ancora.
6) Sviluppo, comunicazione e promozione del volontariato
Da ultimo, la CRI ha come obiettivo quello di aumentare la sua capacità sostenibile di prevenire e affrontare le vulnerabilità delle comunità e rafforzare la cultura del servizio volontario e della partecipazione attiva.
I Volontari della Croce Rossa Italiana
•Traducono in azione il principio fondamentale della Volontarietà, secondo il quale il Movimento Internazionale è “un’istituzione di soccorso, disinteressata e basata sul principio volontaristico”;
•Svolgono in modo personale ed a titolo spontaneo e gratuito un’attività materiale o intellettuale per la Croce Rossa Italiana, senza avere fini di lucro, anche indiretto, e senza esserne costretti per pressioni di natura sociale, economica o politica;
•Intendono beneficiare le persone vulnerabili e le loro comunità, nel rispetto dei Principi Fondamentali del Movimento, della strategia della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, dello Statuto e degli obiettivi strategici della Croce Rossa Italiana;
•Operano, adeguatamente formati e preparati, in tutte le attività associative secondo le proprie inclinazioni ed a tutti i livelli istituzionali, ed improntano la propria azione alla reciproca intesa e mutua collaborazione;
•Sono organizzati a tutti i livelli da un Presidente di Comitato C.R.I., da loro eletto a norma di Statuto, al quale è riconosciuto il compito di rappresentare l’Associazione al proprio livello istituzionale;
•Possono svolgere i servizi ausiliari alle Forze Armate all’interno del Corpo Militare C.R.I. e del Corpo delle Infermiere Volontarie C.R.I.
Come si diventa volontari della Croce Rossa Italiana
Per diventare volontari della Croce Rossa Italiana è necessario frequentare un corso di formazione e superare un esame con prove sia teoriche che pratiche.
Il corso prevede di far conoscere le finalità della CRI con lezione dedicate alla storia e all’attività dell’Associazione, la sua organizzazione e i suoi obiettivi principali.
Durante il corso l’aspirante volontario potrà apprendere anche nozioni di Diritto Internazionale Umanitario e di primo soccorso.
Nel caso il volontario desideri prestare soccorso sulle ambulanze, dopo il superamento dell’esame, deve proseguire la sua formazione frequentando un corso di specializzazione per il soccorso di emergenza. Questo corso specialistico, unito a un periodo di tirocinio a bordo delle ambulanze, preparerà il volontario a prestare soccorso sulle ambulanze.
Per tutti i dettagli e le informazioni inerenti al corso di formazione della Croce Rossa vi consigliamo di leggere il nostro articolo dedicato a questo link. Corso di formazione per diventare volontario della Croce Rossa: informazioni utili
Per diventare volontario della Croce Rossa Italiana occorre lasciare i propri contatti alla sede più vicina, telefonando o compilando il modulo online.
Al primo corso disponibile l’aspirante volontario sarà contattato per partecipare alla presentazione (gratuita) durante la quale saranno illustrate le modalità e gli argomenti trattati.
Al termine del corso riceverà un attestato di partecipazione e, previo superamento di un esame, diventerà Volontario della Croce Rossa Italiana.
2) Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia
La Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia è una delle più grandi entità federative di volontariato in Italia. È un ente morale con sede a Firenze e riunisce oltre 700 Misericordie diffuse in tutta Italia, ad eccezione della Valle d’Aosta.
La Misericordia d’Italia differisce dalle altre Associazioni perché i suoi volontari sono cristiani e come tali si configurano per ispirazione e fedeltà delle proprie tradizioni.
Ogni azione del volontario, o confratello, deve ispirarsi alle Opere di Misericordia, ovvero quelle opere richieste da Gesù nel Vangelo per trovare misericordia (il perdono per i nostri peccati) ed entrare quindi nel suo Regno.
La Misericordia d’Italia opera da ben otto secoli con l’obiettivo di soccorrere chi si trova nel bisogno e nella sofferenza, con ogni forma di aiuto possibile, sia materiale che morale.
In particolare, le attività che le Misericordie offrono alla comunità vanno dal trasporto sanitario alla protezione civile, dall’assistenza sociale alle onoranze funebri.
Il Movimento è aperto a tutti: uomini e donne dai 16 agli 80 anni che vogliono dare il loro contributo, ispirato al Vangelo e alle Opere di Misericordia.
La Storia della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia
Come abbiamo anticipato, le origini del Movimento delle Misericordie d’Italia trovano le loro radici nel pieno Medioevo, sviluppandosi nella città di Firenze, per opera del frate domenicano Pietro da Verona.
Nel periodo della fioritura del sistema dei Comuni, in cui era accentuata la lotta fra Impero e Papato, si formarono varie Compagnie allo scopo di richiamare gli uomini verso quelle più alte verità che il Vangelo insegnava.
Secondo la tradizione, la prima Misericordia, quella di Firenze, venne fondata nel 1244 dal frate domenicano Pietro da Verona, poi divenuto Santo con il titolo di Pietro Martire.
Il frate giunse a Firenze nel 1244 e creò una “Società della Fede” con lo scopo di rafforzare la posizione della Chiesa tra i cittadini. Dopo che il frate, ritenuta ormai Firenze “città fedele”, la lasciò nel 1245 la Società della Fede si sciolse dando vita a tre Compagnie:
– La Compagnia della Vergine, poi detta di San Pier Martire;
- La Compagnia del Bigallo;
- La Compagnia della Misericordia.
Questa ricostruzione dei fatti purtroppo non dispone dei documenti originari, perduti, sembra, a causa della rovinosa alluvione del 1557. Se ne ha una conferma soltanto nei documenti amministrativi del secolo successivo.
L’Organizzazione della Confederazione Nazionale delle Misericordie D’Italia
La Confederazione Nazionale delle Misericordie D’Italia riunisce oggi oltre 700 confraternite, alle quali aderiscono circa 670mila iscritti, dei quali oltre 100mila sono impegnati permanentemente in opere di carità. Le confraternite sono diffuse in tutta Italia e hanno tutte lo scopo di soccorrere chi si trova nel bisogno e nella sofferenza, con ogni forma di aiuto possibile, sia materiale che morale.
In Toscana operano 311 confraternite e sono così distribuite:
Firenze (53), Massa (8), Lucca (53), Pisa (42), Grosseto (27), Arezzo (35), Pistoia (17), Siena (57), Livorno (15) e Prato (4).
Per operare in modo concreto e organizzato, la Confederazione ha scelto come sede il complesso di via dello Steccuto a Firenze, che rappresenta un punto di riferimento concreto per la realizzazione di infrastrutture necessarie a tutta l’attività.
La sede dispone di aule di formazione, di una centrale operativa di II° livello e di un centro di riferimento della protezione civile
La sede Confederale rappresenta inoltre il punto di riferimento non solo per tutto il Volontariato di Firenze e della Toscana ma anche per quello nazionale, assumendo così nel settore un ruolo ancora più importante.
Le attività della Confederazione Nazionale delle Misericordie D’Italia
Anche per quanto riguarda la Misericordia d’Italia, le attività e gli ambiti in cui operano sono molteplici e diversi.
Attualmente le Misericordie operano principalmente in servizi nell’ambito socio-sanitario, avvalendosi di strutture moderne e di oltre 2500 automezzi.
I principali settori di intervento sono:
Trasporti sanitari e sociali, emergenza/urgenza e pronto soccorso, operatività h24 della
Protezione Civile, con gruppi attrezzati e specificamente addestrati in quasi tutte le Misericordie, Onoranze funebri, Gestione cimiteriale, Gestione di ambulatori specialistici, Gestione di case di riposo, Assistenza domiciliare ed ospedaliera, Assistenza a carcerati, anziani, immigrati, portatori di handicap, tossicodipendenti, malati di AIDS, Consultori familiari, Servizio di telefono amico e molto altro ancora.
Il volontariato sulle ambulanze
Tra le attività svolte nel corso dei secoli dalla Misericordia di Italia, quella del trasporto sanitario è certamente la più antica e diffusa. È iniziata oltre sette secoli fa, quando i primi confratelli trasportavano a spalla gli ammalati verso gli ospedali. Ovviamente l’organizzazione di questo servizio è divenuta nel tempo sempre più articolata sia dal punto di vista dei mezzi di trasporto, sempre più funzionali, che del servizio stesso.
Il servizio di volontariato sulle ambulanze di tipo ordinario:
Sulle ambulanze chiamate Ordinarie, il volontario svolge servizi di tipo non urgente, come il trasporto di ammalati a visite mediche, dimissioni ospedaliere, trasferimenti in ospedali fuori città, terapie mediche, servizio di emodialisi.
Il volontario che può accedere a questo servizio deve avere almeno 16 anni, come previsto dalla Legge regionale n.25/2001.
Il volontario durante il servizio potrà utilizzare la barella, la sedia trasporto e dovrà spostare fisicamente il paziente dalla propria abitazione alle strutture di destinazione. Considerando la particolarità del servizio l’interazione con il paziente e con i familiari è una caratteristica fondamentale per operare al meglio.
Il servizio di volontariato sulle ambulanze di tipo urgente:
Sulle ambulanze di tipo urgente, il volontario svolge servizi urgenti e di soccorso dove all’interno del mezzo di trasporto potrà esserci, come non esserci, l’équipe sanitaria (ovvero medico e infermiere). A bordo, il volontario deve coordinarsi con la centrale del 118 per capire il tipo di soccorso richiesto. In questo caso, per accedere a questo tipo di servizio occorre avere minimo 18 anni, come previsto dalla Legge regionale n.25/2001. È inoltre necessario avere l’abilitazione al Livello Base previsto dall’associazione, e un certificato di idoneità medica in carta libera.
In questo caso, al volontario è richiesta la predisposizione al soccorso, l’interazione con gli enti di emergenza, una certa fermezza e molta professionalità.
Qual è il percorso formativo per diventare volontari della Misericordia?
A livello nazionale non vi sono standard univoci per tutte le Confraternite quando si parla del percorso formativo dell’aspirante soccorritore.
Il protocollo può infatti variare a livello regionale.
Genericamente però il percorso formativo per coloro che vogliono diventare volontari di Livello Base della Misericordia si articola nei seguenti passaggi:
•Corso teorico ed esercitazioni pratiche;
•Attività tutorata di 40 ore sui mezzi di soccorso;
•Preparazione all’esame conclusivo.
L’aspirante volontario sceglie il proprio settore di impegno, tra le attività previste dalla Confraternita cui vuole iscriversi, secondo la propria predisposizione al tipo di servizio valutando attentamente impegno, formazione e proprie potenzialità fisiche.
Il brevetto di Soccorritore di Livello Base consente – tra le altre cose- di accedere alla formazione specifica per acquisire il titolo di Autista Volontario dei Servizi Socio-Sanitari Ordinari ed accedere al Gruppo Espianti come Autista e/o Navigatore.
È bene ricordare che essere un Fratello della Misericordia impegna l’aspirante l’osservanza di doveri spirituali e morali non solo durante il servizio ma anche nella normale vita quotidiana “condotta morale irreprensibile” come previsto dallo Statuto dell’Associazione e l’osservanza dello spirito evangelico cristiano.
Come disposto dalla Commissione del dialogo inter-religioso del Vaticano in occasione del Giubileo del 2000, è possibile partecipare ad attività di volontariato presso la Misericordia anche per coloro che professano altre religioni.
Per diventare volontario della Misericordia è necessario individuare la sede della Confraternita più vicina e prendere contatti. I responsabili forniranno agli interessati tutte le informazioni necessarie, indicando l’inizio dei corso di formazione.
Per maggiori informazioni consigliamo di consultare il sito ufficiale della Confederazione Nazionale delle Misericordie D’Italia nella sezione Come diventare Volontari.
Per approfondire questo tema vi consigliamo di leggere anche il nostro articolo “Fare volontariato sulle ambulanze: informazioni utili da sapere”.
3) Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze
L’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, meglio conosciuta come ANPAS, è la più grande associazione nazionale di volontariato laico nell’ambito di soccorso e servizi socio-sanitari. Presente in tutta Italia, l’ANPAS opera attraverso 880 pubbliche assistenze e 282 sezioni.
Sono associazioni di volontariato nate a partire dal 1860 che oggi si riconoscono nella Legge Quadro del Volontariato (Legge n.266/1991) e che liberamente decidono di aderire al movimento ANPAS. Nascono come Associazioni di volontariato, libere e laiche, sotto una grande molteplicità di nomi: Croce Verde, Croce Bianca, Croce D’Oro, Società di Salvamento, Fratellanza Militare, Fratellanza Popolare.
L’aspetto centrale degli scopi che muovono queste associazioni risiede nell’assistenza verso “qualcosa”, svolta a fianco di “qualcuno” e sviluppata in modo “pubblico”.
Queste associazioni lavorano per “per ingentilire i cuori” facendo soccorso e assistenza pubblica, protezione civile e cultura, donazione sangue e assistenza a manifestazioni sportive, progetti di cooperazione internazionale.
Le Pubbliche Assistenze hanno lo scopo di servire chiunque esprima un bisogno, senza porre condizioni all’aiuto prestato e dimostrandosi aperte a chiunque voglia prendervi parte.
Vediamo insieme la storia dell’ANPAS, gli obiettivi perseguiti e come far parte di questa grande associazione di volontariato.
La Storia dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze
L’origine storica delle Pubbliche Assistenze ha fondamento nel 1848 negli stati sabaudi con le “Società di Operaie Mutuo Soccorso”. Queste società nascono come forma di autotutela delle nuove classi di salariati e operai nei confronti non solo di malattie e infortuni ma anche rispetto alla necessità di formazione alle arti e mestieri.
Nel 1904 il IV Congresso Nazionale a Spoleto fonda la Federazione Nazionale delle Società di Pubblica Assistenza e Pubblico Soccorso, che nel 1911 ottiene il tanto atteso riconoscimento giuridico in Ente Morale.
Durante il periodo fascista, vi è un blocco del movimento, in netta antitesi con l’epoca, in quanto portatrice di valori quali la solidarietà, la condivisione, il servizio disinteressato.
Non è un caso infatti, se nel 1930, con il Regio Decreto n.84 del 12 febbraio, Vittorio Emanuele III deciderà di trasferire alla Croce Rossa Italiana tutte le competenze relative al soccorso e scioglierà tutte le associazioni prive di riconoscimenti giuridici.
Solo nel 1946, il Movimento si ricompone nuovamente a Milano con il primo Congresso Nazionale del dopoguerra. Negli anni ’70, il movimento ha finalmente una svolta: con il Congresso di Sarzana del 1978 viene fondata una Federazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze.
Nel corso degli anni, questo tipo di enti si moltiplicano e si intensificano le attività e le iniziative dell’organizzazione profilandosi sempre più come un autorevole interlocutore nel mondo del volontariato moderno e dell’associazionismo e nei confronti delle forze politiche e sociali.
L’ultima decisiva svolta l’abbiamo nel 1987 con il Congresso Nazionale di Lerici in cui viene elaborato un nuovo statuto nazionale dando vita così all’ A.N.P.AS., Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze.
Gli obiettivi dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze
«Si lavora qui per ingentilire i cuori, per la educazione morale e civile del popolo, per diffondere e praticare sentimenti di amore, di pace, di fratellanza fra gli uomini nei dolori e nelle miserie, dimenticando ogni distinzione sociale, spogliandosi di ogni sentimento politico e religioso, ricordando solo di essere uomini, tutti eguali, di fronte alla inesorabile, fatale ed eterna lotta con la malattia e con la morte».
Possiamo riassumere nei seguenti punti gli obiettivi principali dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze
• Sviluppare la cultura della solidarietà e dei diritti;
• Promuovere la cultura, la crescita civile e l’educazione alla cittadinanza;
• Attivare forme di partecipazione civile;
• Sostenere lo sviluppo di pratiche di democrazia partecipata;
• Produrre socialità e creare comunità solidali;
• Agire in modo diretto per la tutela, il riconoscimento e l’accesso effettivo ai diritti, sia in Italia che all’estero.
L’ambito che impegna maggiormente i volontari ANPAS, con il 90,8% delle pubbliche assistenze, è il settore sanitario.
I valori e la visione dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze
Possiamo facilmente ricavare i valori espressi dal movimento ANPAS nel nome “Pubblica Assistenza” e nella forma di Associazione di Volontariato. La Mission di ANPAS infatti è quella di dare luogo a un’assistenza rivolta verso “qualcosa”, svolta a fianco di “qualcuno” e sviluppata in modo “pubblico”.
Questo si traduce nel voler partecipare alla creazione di una società più giusta e solidale, che permetta lo sviluppo equilibrato di pubbliche assistenze che siano coerenti nelle azioni, nel rapporto con le Istituzioni, nella promozione del Volontariato con l’idea di essere associazioni di volontariato di pubblica assistenza.
I valori che persegue ANPAS che troviamo all’interno di tutti gli statuti delle Pubbliche Assistenze sono:
- Il Valore dell’Uguaglianza: all’interno del movimento ANPAS, tutte le assistenze e tutti i soci sono considerati senza privilegi ne distinzioni. Il Consiglio Nazionale ANPAS, infatti, prevede che tutti i comitati regionali siano rappresentati attraverso almeno un delegato.
- Il Valore della Libertà: la libertà crea autonomia, ovvero la discrezionalità di scoprire nuove vie di volontariato da percorrere o nuovi bisogni emergenti. Un’autonomia che si riflette non solo all’interno dell’associazione ma anche nell’assenza dei possibili condizionamenti che, di regola, ingabbiano le associazioni e impediscono l’espressione delle loro potenzialità e della loro creatività.
- Il Valore della Fratellanza: intesa in termini di solidarietà tra i componenti di una comunità. Un valore che va di pari passo con quelli della sussidiarietà e dell’universalità, fondamentali per la costruzione dello stato sociale.
- Il Valore della Democrazia: in grado di garantire la possibilità di partecipazione ed espressione a tutti i livelli tramite la creazione di organi di rappresentanza su base elettiva. Un valore che presuppone il rispetto delle idee di ciascun individuo e l’accettazione di decisioni diverse dal proprio pensiero.
Le attività dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze
Oggi le Pubbliche Assistenze operano prevalentemente nell’ambito dell’emergenza sanitaria del 118, del trasporto sanitario e sociale, della donazione del sangue, della protezione civile e antincendio, delle adozioni e della solidarietà internazionali, della formazione, del servizio civile, della mutualità e dell’aggregazione sociale, della promozione della solidarietà, della salvaguardia, difesa e soccorso animali.
Come diventare volontario ANPAS?
Per fare parte dell’associazione di volontariato laica più grande d’Italia è necessario percorrere un iter di formazione, che può subire alcune variazioni a seconda delle singole associazioni di pubblica assistenza. Anche in questo caso, come nelle associazioni precedenti, possiamo comunque stabilire elementi comuni a tutti i corsi di formazione per diventare volontario ANPAS.
L’iter di formazione è un percorso partecipato, caratterizzato da una forte dimensione etica. Si tratta di una formazione collaborativa tra pari in cui diffondere e costruire la crescita culturale dei volontari. Lo scopo dell’iter formativo ANPAS è quello di rendere capace il partecipante di svolgere in modo consapevole, preparato e autonomo il ruolo per cui è stato formato, nel rispetto di tutte le componenti del movimento.
ANPAS definisce il percorso di formazione dei volontari come “forza, creatività, futuro, apertura, viaggio, opportunità, condivisione, crescita … è ohana (famiglia nella cultura Hawaiana) un «luogo socialmente abitato in cui nessuno dimentica nessuno, in cui nessuno viene abbandonato”.
Per maggiori informazioni circa i dettagli tecnici dell’itero formativo previsto da ANPAS, vi consigliamo di contattare la vostra sede più vicina o consultare il sito ufficiale ANPAS.
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